Il territorio

L'abitato di Mozzanica ha probabilmente origine in epoca neolitica come villaggio su palafitte, collocato su un altopiano di argilla, situato in corrispondenza dell'attuale centro storico che si elevava sopra la zona circostante, allora acquitrinosa. Del resto l'origine del nome sembra possa significare "luogo acquitrinoso" oppure "luogo circondato da paludi". Il villaggio sorgeva su palafitte per meglio fronteggiare le piene del fiume che occasionalmente allagava la zona. Non esistono ritrovamenti archeologici di tale epoca che possono con certezza indicare l'ubicazione del primo nucleo abitato, Potrebbe essere stato spostato verso ovest, vicino alla cascina Donata, oppure poteva esisterne un altro anche in quest'area.

Sono stati invece rinvenuti, anni fa, durante lavori di aratura nei campi, tra la cascina Donata ed il nucleo abitato odierno, dei reperti funerari di epoca romana, ora conservati al museo Civico di Bergamo. Essi fanno pensare ad un cimitero qui collocato.

Verso il IX, X secolo il nucleo urbano, si circondò di mura e la vita della comunità si organizzò all'interno di esse probabilmente intorno ad un castello di origine longobarda. Notizie certe dell'abitato di Mozzanica si hanno a partire dal XI secolo. Era questa l'epoca in cui i nuclei abitati lombardi andavano ad organizzarsi in liberi comuni dotati ognuno di leggi e regolamenti propri.

Il primo documento testimoniante l'esistenza di Mozzanica porta la data del 1018 ed in esso il vescovo di Cremona otteneva, da un prete milanese di nome Giovanni, consistenti beni in Mozzanica rappresentati da prati, vigne, case, boschi. Dai dati storici dell'epoca, nonché dall'atto citato, risulta che il territorio comunale, messo a mezza strada tra Milano e Cremona, è stato atto di scambio tra i due potenti vicini. Nel corso di quei secoli questo passaggio di beni avvenne molte volte tra i due, a seconda delle alleanze o del prevalere dell'uno sull'altro. Il territorio di Mozzanica fu dunque proprietà del vescovo di Cremona, che nel 1189 concedeva al Comune, come a quelli vicini, dei privilegi ed una forma di autonomia. È questo il primo atto che attesta la nascita del Comune di Mozzanica. Il 1200 è il secolo della massima espansione dell'autonomia dei comuni, ma già verso la fine del secolo si assiste alla loro decadenza. In questo scorcio del secolo la perdita dell'autonomia coincide con l'assegnazione del nostro territorio al conte Egidio di Cortenuova.

Egli accolse nel castello di Mozzanica un certo numero di "eretici", appellativo assegnato alle persone contrarie all'allora politica papale, raccolti sotto il partito dei Ghibellini. I Milanesi, alleati del Papa, assalirono il castello e lo distrussero insieme alla chiesa; correva l'anno 1269.
La lotta tra i due partiti antagonisti: i Guelfi parteggianti per il Papa ed i Ghibellini, sostenitori dell'imperatore, continuò anche nel 1300. A capo dei due partiti erano in Lombardia due potenti famiglie milanesi: i Torriani per i Guelfi ed i Visconti per i Ghibellini. Essi coinvolsero nella lotta per il loro potere tutti i comuni Lombardi. Il prevalere dei Ghibellini inserisce il Comune di Mozzanica nell'area dei Visconti di Milano. A Crema, nel 1403, il partito dei Guelfi riprendeva il potere, mentre Mozzanica rimaneva fedele ai Visconti. A motivo di ciò Crema, nel 1407, attaccò il borgo e lo conquistò. In questa lotta tra i due partiti si inserì anche Venezia, desiderosa di ampliare il territorio della sua Repubblica verso ovest, verso la fertile pianura Padana. In questo periodo il territorio di Mozzanica passò più volte di mano in mano tra Milano, Venezia e per qualche tempo anche la Francia, nel mutevole gioco delle alleanze tra i contendenti. Con la conquista del ducato di Milano da parte degli Spagnoli di Carlo V, Mozzanica seguì le sorti del ducato diventando parte del dominio del Re di Spagna.

Siamo quasi nel 1600 e sono gli anni della peste e delle vicende narrate dal Manzoni nei "Promessi Sposi". La peste colpisce in questo periodo anche Mozzanica. Era consuetudine del tempo "infeudare" il territorio, vale a dire cedere vari diritti sulla popolazione, tra cui quello amministrativo, della giustizia e sulla tassazione ad una persona fiduciaria del re. L'infeudazione lasciava inalterati i diritti sulla proprietà ed il commercio, ma quasi sempre il feudatario era o diventava, in virtù della sua carica, anche il maggior possidente locale.

Nel 1578 la comunità, impoverita dalla guerra, vende i suoi beni al feudatario, certo conte Lorenzo Guidoni di Crema, al prezzo di 27.500 Lire. Al Guidoni successe, nel 1591 Giorgio Secco nativo di Milano e residente a Mozzanica, fondatore del Santuario di Mozzanica. Alla morte del Secco, rimasto senza eredi, il diritto feudale su Mozzanica passò in lascito al priore del Santuario di Mozzanica che procedette alla vendita all'asta vinta nel 1628 da Giovanni Melzi per 6.500 Lire il quale divenne il nuovo feudatario. Ai Melzi succedettero nel 1720 i Candiani ed è can questa famiglia che si chiude l'epoca dell'infeudazione.
Come curiosità citiamo i dati del censimento dei terreni del 1730: complessivamente il territorio possedeva 12.611 pertiche di terreni agricoli dei quali i Candiani ne possedevano 2055, il vescovo di Cremona 1200, il consorzio della Parrocchia 790, altre confraternite laiche 400, la comunità di Mozzanica 886 pertiche. Altri maggiori possidenti con più di 100 pertiche erano i Boni, i Ceroni, i Fasoli, i Ghisleri.

Verso la fine del 1600 regnava in Spagna Carlo II d'Asburgo, che morì senza eredi. Si apri tra i vari regnanti d'Europa, tutti imparentati e perciò tutti reclamanti il diritto alla successione, una lunga guerra per la disputa dei suoi possedimenti. Si formarono due alleanze: una tra Spagna, Francia ed i Savoia e l'altra tra Inghilterra, Olanda, Austria e principati Tedeschi. Nel corso della guerra, durata 11 anni, si svolsero numerose battaglie in tutta l'Europa ed anche in Lombardia, quali la battaglia di Chiari e di Cassano. Alla fine l'alleanza tedesca vinse e la Lombardia andò sotto la corona austriaca.
Nel 1740 Maria Teresa diventa imperatrice d'Austria e con essa si realizzarono nel regno Austriaco ed anche nel comune di Mozzanica quella serie di riforme amministrative e relative alla organizzazione delle comunità, che contraddistinsero il regno di questa sovrana. Con le riforme sparì quasi completamente il ruolo del feudatario, veniva istituita la carica di Sindaco, allora di nomina regia, si posero le basi del sistema amministrativo che con vari aggiustamenti dura ancora oggi.

Tra la fine del 1700 ed inizio 1800 nel nord Italia, a seguito della Rivoluzione Francese, si ebbero notevoli rivolgimenti politici, territoriali ed amministrativi. Il nord Italia, conquistato da Napoleone, sfociò nella costituzione della Repubblica Cisalpina. I beni dei Candiani passarono tra il 1780 ed il 1806, prima alla famiglia Giani e poi ai Camozzi che, con una politica sistematica di acquisizione, divennero in pochi anni i maggiori possidenti della comunità. La restaurazione del 1815, conseguente alla sconfitta della Francia di Napoleone da parte degli Imperi Centrali, riportò il nord Italia e quindi Mozzanica nel regno Lombardo Veneto e quindi fu reintrodotta quella riforma amministrativa ed organizzativa di Maria Teresa della quale esistono, tutt'ora, documenti conservati nell'archivio comunale.

L'aggregazione allo stato Sabaudo avvenne nel 1859 senza particolari scosse e nella continuità amministrativa. Nel 1865 Mozzanica contava 1422 abitanti, il nucleo abitato era tutto raccolto e costituito dalla zona interna alla via Cerchia delle Mura e la fascia tra via Roma, via Circonvallazione, via Santo Stefano.